Pensieri consci e pensieri inconsci
Salve a tutti e bentrovati.
In questo post vi propongo una riflessione interessante
prendendo spunto da un libro di George Lakoff*:
Tutti siamo capaci di riconoscere, identificare, i nostri
pensieri "consci", ma il 98% dei pensieri che sviluppiamo
avvengono in maniera inconscia, si sviluppano senza che
noi ce ne rendiamo conto.
Il pensiero inconscio è paragonabile a quanto ci accade
quando andiamo dal medico e col martelletto ci picchia
sul ginocchio.
Abbiamo pensieri che si innescano come riflessi (appunto
inconsci, quelli che non guidiamo) e pensieri che derivano
da una nostra riflessione, quelli consci, di cui ci accorgiamo
come ci accorgiamo di noi stessi quando ci guardiamo allo specchio.
Se tutti i pensieri che generiamo fossero di questo tipo,
conosceremmo perfettamente la nostra mente e avremmo
il controllo di tutte le nostre decisioni.
Ma, visto che in molti casi non sappiamo cosa fa il nostro
cervello, molti pensieri sono "riflessivi" (ovvero sono
riflessi inconsci proprio come un ginocchio che si muove
dopo essere stato colpito dal martelletto) e non sotto il
nostro diretto controllo.
Il risultato è che il nostro cervello prende delle decisioni di
cui non siamo consci.
Il nostro cervello non vive disarticolato dal resto del corpo,
ovviamente, ma è collegato ad esso attraverso la colonna vertebrale e le terminazioni nervose, fa pompare il nostro
cuore. [...]
Quando impariamo a suonare la chitarra, a cantare, a
camminare lo stiamo allenando, lo stiamo forgiando.
La nostra morale, i nostri valori, il motivo per cui compriamo
qualcosa deriva da come è stato forgiato il nostro cervello, in
maniera conscia o inconscia.
Chi comunica con successo nel nostro secolo lo fa
utilizzando il risultato delle ricerche che negli ultimi trent'anni hanno messo in risalto come funziona il nostro inconscio.
Ad esempio, in passato si riteneva sufficiente, per
convincere le persone, pubblicare una serie di dati che
venivano letti in maniera razionale dalle persone che
ricevevano il messaggio:
un politico poteva dire semplicemente "abbiamo cinquanta
milioni di persone senza assicurazione sanitaria" per
attaccare la controparte, senza per forza andare a "colpire" l'inconscio delle persone, i loro valori profondi, le loro
emozioni.
Per comunicare efficacemente dobbiamo arrivare a
comprendere esattamente come noi percepiamo la realtà.
E il modo in cui percepiamo la realtà "è esso stesso la realtà".
Ma visto che questo è in gran parte inconsapevole, dobbiamo capire esattamente come funziona il nostro inconscio per comunicare efficacemente, perché è l'inconscio che governa
la nostra vita di tutti i giorni.
Il linguaggio è utilizzato per comunicare i nostri pensieri,
perciò dobbiamo imparare a utilizzarlo in maniera diversa
per trarre vantaggio dalle nuove scoperte sulla natura dei
pensieri che vogliamo andare a intercettare o influenzare.
Il modo in cui parliamo è in grado di dare forma al modo in
cui pensiamo e al modo in cui chi ci ascolta formulerà i propri pensieri.
*George Lakoff
Pensiero politico e scienza della mente, Bruno Mondadori, Milano 2009
Bene, prossimamente vi presenterò alcuni sistemi che
sviluppano concretamente e in modo specifico per gli
Avvocati le idee espresse sopra. A presto!
Salve a tutti e bentrovati.
In questo post vi propongo una riflessione interessante
prendendo spunto da un libro di George Lakoff*:
Tutti siamo capaci di riconoscere, identificare, i nostri
pensieri "consci", ma il 98% dei pensieri che sviluppiamo
avvengono in maniera inconscia, si sviluppano senza che
noi ce ne rendiamo conto.
Il pensiero inconscio è paragonabile a quanto ci accade
quando andiamo dal medico e col martelletto ci picchia
sul ginocchio.
Abbiamo pensieri che si innescano come riflessi (appunto
inconsci, quelli che non guidiamo) e pensieri che derivano
da una nostra riflessione, quelli consci, di cui ci accorgiamo
come ci accorgiamo di noi stessi quando ci guardiamo allo specchio.
Se tutti i pensieri che generiamo fossero di questo tipo,
conosceremmo perfettamente la nostra mente e avremmo
il controllo di tutte le nostre decisioni.
Ma, visto che in molti casi non sappiamo cosa fa il nostro
cervello, molti pensieri sono "riflessivi" (ovvero sono
riflessi inconsci proprio come un ginocchio che si muove
dopo essere stato colpito dal martelletto) e non sotto il
nostro diretto controllo.
Il risultato è che il nostro cervello prende delle decisioni di
cui non siamo consci.
Il nostro cervello non vive disarticolato dal resto del corpo,
ovviamente, ma è collegato ad esso attraverso la colonna vertebrale e le terminazioni nervose, fa pompare il nostro
cuore. [...]
Quando impariamo a suonare la chitarra, a cantare, a
camminare lo stiamo allenando, lo stiamo forgiando.
La nostra morale, i nostri valori, il motivo per cui compriamo
qualcosa deriva da come è stato forgiato il nostro cervello, in
maniera conscia o inconscia.
Chi comunica con successo nel nostro secolo lo fa
utilizzando il risultato delle ricerche che negli ultimi trent'anni hanno messo in risalto come funziona il nostro inconscio.
Ad esempio, in passato si riteneva sufficiente, per
convincere le persone, pubblicare una serie di dati che
venivano letti in maniera razionale dalle persone che
ricevevano il messaggio:
un politico poteva dire semplicemente "abbiamo cinquanta
milioni di persone senza assicurazione sanitaria" per
attaccare la controparte, senza per forza andare a "colpire" l'inconscio delle persone, i loro valori profondi, le loro
emozioni.
Per comunicare efficacemente dobbiamo arrivare a
comprendere esattamente come noi percepiamo la realtà.
E il modo in cui percepiamo la realtà "è esso stesso la realtà".
Ma visto che questo è in gran parte inconsapevole, dobbiamo capire esattamente come funziona il nostro inconscio per comunicare efficacemente, perché è l'inconscio che governa
la nostra vita di tutti i giorni.
Il linguaggio è utilizzato per comunicare i nostri pensieri,
perciò dobbiamo imparare a utilizzarlo in maniera diversa
per trarre vantaggio dalle nuove scoperte sulla natura dei
pensieri che vogliamo andare a intercettare o influenzare.
Il modo in cui parliamo è in grado di dare forma al modo in
cui pensiamo e al modo in cui chi ci ascolta formulerà i propri pensieri.
*George Lakoff
Pensiero politico e scienza della mente, Bruno Mondadori, Milano 2009
Bene, prossimamente vi presenterò alcuni sistemi che
sviluppano concretamente e in modo specifico per gli
Avvocati le idee espresse sopra. A presto!